Le conseguenze dell'amore
- marinimiriam
- Sep 27, 2017
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LE CONSEGUENZE DELL’AMORE
Regia: Paolo Sorrentino - Nazione: Italia – Anno: 2004 – Genere: drammatico
Unico film Italiano presentato in concorso al cinquantasettesimo festival di Cannes nel 2004. Ha vinto il David di Donatello 2005 per miglior film, miglior regia, miglior sceneggiatura, miglior attore protagonista (Toni Servillo) e miglior direttore della fotografia ma le sue candidature era ben più lunghe. Un bellissimo film che lascia un pesante senso di vuoto. “La cosa peggiore che può capitare ad un uomo che trascorre molto tempo da solo è quella di non avere immaginazione. La vita già di per sé noiosa e ripetitiva, diventa in mancanza di fantasia, uno spettacolo mortale”. Questo il pensiero iniziale che il protagonista Titta di Girolamo ci espone e dovremmo essergliene grati, perché Titta, non è solito parlare con le persone. E’ un uomo di mezza età schivo, inespressivo e accanito fumatore che vegeta da qualche anno in un albergo in Svizzera. La vita per lui è amara, dice che solo i superficiali sono felici e che la sfortuna non esiste, la sfortuna è un’invenzione dei falliti e dei poveri. Non ci viene rivelato nulla su di lui ma guardando il film si prova l’angoscia, la pesantezza che corrode quest’uomo e allontanarsi dallo schermo diventa impossibile. Che vita ha vissuto? Cosa può aver portato un uomo a spegnersi così tanto? Lo sapremo solamente poco prima della fine del film, quando Titta, in conseguenza dell’amore, forse per la giovane barista dell’albergo, finalmente ci rivela chi è e perché vive in quel modo. Al centro dell’attenzione c’è una valigia. Titta e la valigia. Chi è Titta? È un criminale? O una persona per bene? Ad un certo punto il protagonista, seduto come al solito sulla poltrona del bar,vicino alla vetrata per guardare il mondo, come se fosse in gabbia, scrive una frase su di un pezzo di carta: obbiettivi per il futuro: non sottovalutare le conseguenze dell’amore. La parola amore racchiude molti sentimenti : amore verso la famiglia, amore per il proprio lavoro, amore per la giovane barista, amore per l’anziana coppia che ha perso tutto ed ora invece di gestire l’albergo vive in una delle sue numerose stanze, amore per un amico, anzi per il migliore amico. Molti di questi sentimenti sono difficili da gestire e Titta crede che l’unico sentimento d’amore puro, sia l’amicizia. Titta di Girolamo sorride una sola volta nel film e quell’unico sorriso porterà grandi cambiamenti alla sua vita. Decide di sottovalutare le conseguenze dell’amore, perché così facendo, troverà la serenità. Compra quindi un’auto alla ragazza del bar e regala il contenuto della valigia all’anziana coppia che vive in albergo. Queste sue scelte avranno delle conseguenze che in apparenza potranno sembrare sfavorevoli per Titta ma
alla fine si riveleranno le migliori conseguenze: Titta, a modo suo, sarà finalmente libero. Non vi è una colonna sonora finale che accompagna i titoli di coda, al contrario di tutto il film dove i rumori e le musiche elettroniche, molto contrastanti con il carattere del film, sono usate per dare un forte impatto emotivo e far capire i sentimenti del protagonista. La musica non c’è forse perché il bravissimo regista ha capito quanto importante è il silenzio per godere appieno un'opera d'arte.
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