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Miriam Marini

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Miriam, la donna dalle mille contraddizioni. Per lei non c’è un giusto o uno sbagliato, c’è solo “un dipende”. Dipende dalla situazione, dipende dalle persone, dipende dalla società, dipende dall’umore. Ci tiene a far conoscere agli altri il suo modo di intendere la vita. E’ come un fuoco che le brucia dentro.

 

Le piace stare in mezzo alla gente, ma a tanta gente, le piacciono i concerti e vedere le persone che ballano e si divertono. Miriam, può apparire molto estroversa ma è qui che nasce la prima contraddizione, Miriam, è anche molto solitaria e taciturna. Dipende. 

 

Le piace supporre che questo suo doppio carattere sia dovuto da molti fattori, se si possono chiamare di “nascita” e di famiglia. 

 

Vi spiego.

 

In lei vive il doppio. 

E' nata il 21 giugno, il primo giorno d’estate e l’ultimo giorno di primavera. 

L'ultimo giorno dei gemelli, anche se a volte, alcune riviste la ritengono del segno del Cancro. 

E' mezza italiana e mezza brasiliana. 

Vive in Italia, il paese del cattolicesimo ma lei è mormone ed è affascinata dalle filosofie orientali (TAO e SEICHO No IE).

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Vuole essere conosciuta ma allo stesso tempo vuole privacy.

Le piace lavorare ma anche occuparsi della casa.

In lei vivono due culture, una festosa e creativa e una pacata e razionale. Ama la natura ma anche la tecnologia.

 

In tutto questo caos ha compreso la sua soluzione: l'equilibrio, ma raggiungerlo è difficile, è un miracolo come dice Patrizia Laquidara, cantante e compositrice italiana. Raggiungere l'equilibrio in una bilancia a due piatti che corrispondono alla ragione e all'intuizione, non vuol dire stare ferma a metà, vuol dire appoggiarsi/pesare di più, quando serve e quando è giusto (ecco la difficoltà,), da una parte o dall'altra. E' importante, quindi, impare ad usare la ragione e l'intuizione nella giusta maniera.

 

Miriam crede nel fai da te, nell’indipendenza e nella libertà di esprimersi; abilità e atteggiamenti che però non le riescono bene.

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Dodici anni fa, decide di intraprendere il cammino nel mondo dello spettacolo: si iscrive all’Università di Venezia al corso di Tecniche Artistiche e dello Spettacolo.

Sa benissimo che una laurea in questo campo non serve a nulla perché è tutta teoria e lei deve fare pratica, deve imparare a realizzare video; ma crede nelle relazioni pubbliche e l’Università è il primo passo per avvicinarsi a quel mondo. 

 

A Miriam interessa lo stage, unico modo per entrare in una struttura, conoscere persone e farsi conoscere.

E così, per due mesi della propria vita, si ritrova a fare fotocopie presso la compagnia più grande della sua piccola città: La Piccionaia - I Carrara.

 

In breve tempo, passa dalle fotocopie ad aiutare in Ufficio stampa e poco dopo le viene proposto di lavorare come assistente alla regia per gli spettacoli Strada Carrara e Galeas par Montes di e con Laura Curino e Titino Carrara.

 

Successivamente fa esperienza con Gualtiero Bertelli e la Compagnia delle Acque come operatore video, seguendo gli attori in tournée e occupandosi delle proiezioni e delle riprese degli spettacoli-documentari "L'orda" con Gian Antonio Stella, Il maestro magro, Odissee e altri..

 

Si laurea con una ricerca per la realizzazione di un docu-drama "Il Piccolo Carro di Tespi, Pasqualino Passaguai. Il teatro mobile della famiglia Carrara", ispirato dallo spettacolo "Strada Carrara". (La Tesi è citata anche nel libro di Barbara Garlaschelli "Carola" edito da Frassinetti).

 

Miriam è convinta che chi riesce a fare qualcosa nella vita è perché non ha avuto paura e si è buttato nella mischia.

 

E così si iscrive ad un corso a Cinecittà "projetc manager di opere audiovise in cross media" dove approfondisce materie come regia, montaggio, fotografia, sceneggiatura, produzione, creazione di siti internet e social network.

 

A Roma, ha la possibilità di fare gavetta nella realizzazione di backstage per film indipendenti tra cui "Teleaut, ultima trasmissione" e un episodio de "La Ballata dei Precari" di Silvia Lombardo. 

 

Realizza le riprese del backstage del film di Valerio Mieli "Dieci Inverni" ed entusiasta e un po' commossa, assiste ai titoli di coda in un cinema di provincia.

 

Da lì, il cammino prende velocità, Miriam riceve una proposta che accetta volentieri. E' una bella sfida.

Deve organizzare e tenere corsi di cinematografia per studenti, presso i Licei della sua città. 

Chiama così, alcuni suoi colleghi che l'aiuteranno a completare il ciclo di lezioni. L'unione fa la forza ed alza la qualità.

 

Miriam lavora da sola o in team.

 

Partecipa come attrice al cortometraggio "Il mio primo schiaffo" di Corrado Ceron che vince il concorso Action for Women organizzato da YouTube e Camera dei Deputati. Il corto viene proiettato in una sala della Mostra Cinematografica di Venezia. 

 

Viene scelta come attrice protagonista per una mini serie tv brasiliana, "Sapore d'Italia" prodotta da Epifania Filmes e RBS TV, con la collaborazione di JengaFilm di Padova.

 

Vive in Brasile un anno, tra Porto Alegre e Florianopolis dove lavora come assistente di produzione e realizza le riprese e il montaggio del backstage del film "Rendas no ar".

In Brasile, frequenta un corso di recitazione in una delle più rinomate scuole di recitazione con Zè Adao Barbosa.

 

Tornata in Italia, decide di non chiudere questa porta meravigliosa che le si è aperta con il Brasile e di rimane in contatto con le case di produzione conosciute durante la permanenza.

 

Nel 2013 arriva la prima troupe in Italia. Sono in 4 e Miriam accetta la nuova sfida come produttrice esecutiva: organizza le interviste, trova location, personaggi, storie, pianifica il viaggio: un on the road dalla Val d'Aosta alle isole Eolie. Si occupa del vitto e dell'alloggio e ovviamente è lei a guidare!

 

Nel 2013 organizza assieme ai colleghi di MilagroFilm, Fuoricontesto, un concorso di cortometraggi in 48 ore.

 

Nel 2014, è ancora una volta produttrice esecutiva per il documentario brasiliano "Glauco do Brasil" di Zeca Brito e prodotto da Boulevard Filmes.

 

Miriam, grazie al regista/montatore Daniele Scarpi legge "Pane e Cinema" di Luciano Vincenzoni.

Vincenzoni è la prova vivente che persone oneste che fanno il loro lavoro per passione e non occultano i propri valori a causa del denaro, sono esistite. 

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Ogni lavoro, ogni opera d'arte trasmette delle vibrazioni, le vibrazioni del suo creatore e se questo è onesto e passionale la sua opera brillerà sicuramente più delle altre. 

 

L’artista vive della sua arte che giorno dopo giorno modella i lineamenti del suo creatore e quando l’opera e l’artista si fondono generano attorno a loro una forte energia, un fascino subito percepibile.

(Tratto dalla sua tesi di laurea)

 

Miriam cerca di non dimenticare mai come era da bambina. Vuole mantenere un animo puro perché sa che la vita, con le mille difficoltà, tenderà a indurirla e a perdere la gioia di apprezzare le piccole cose, le uniche che in realtà non mancheranno mai.

 

Crescendo, aumenta la necessità in lei di comunicare ciò che ha imparato da suo padre, Renato Marini,  sulla crescita personale, iridologo, psicologo e naturalista.

 

Partecipa a corsi di formazione di imprenditoria femminile e  Start Up d'impresa, presso grandi aziende come Eni, Unit Credit, Accenture ed Edison.

 

Attualmente ha ideato un progetto di formazine on line sulla Medicina Naturale, l'igiene Mentale e l'alimentazione. Il progetto è in cerca di appoggi finanziari e collaboratori.

 

Concorda con questo concetto: la visione del mondo dipende da ciò che abbiamo dentro. 

 

Miriam non diventerà una vecchia acida, si sta impegnando per arrivare, magari ai 100 anni come Emma, la donna centenaria del suo documentario "Emma, l'ultima lavandaia", una donna allegra, in forma, simpatica e che ama la vita.

Clicca qui sopra per leggere il curriculum vitae.

 

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Qui sotto una presentazione estroversa

 

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